Chiesa Madonna dell’Oleandro

La chiesa di antica fondazione si trova nello stesso sito, dove un tempo sorgeva il monastero bizantino di S. Maria di Campo, i cui ruderi sono ancora in parte visibili. Il termine “Leandro” è, secondo alcuni studiosi, attribuibile ad un Santo spagnolo del IX secolo che diede il nome alla località, secondo altri il titolo si deve alla pianta dell’oleandro, tipica e presente nel territorio mottese. In ogni caso, la denominazione non era riferita alla chiesa dedicata in origine alla Madonna dell’Assunta, titolo del quale si conserva oggi memoria solo attraverso il rito liturgico della celebrazione solenne nel giorno del 15 agosto. L’antica chiesetta subì nel tempo rimaneggiamenti e nel 1959 un restauro grazie alla donazione di 1000 dollari di un membro della famiglia Chilà che emigro nelle Americhe. La chiesa è a tre chilometri in linea d’aria a nord – est di Motta San Giovanni e a poco più di due chilometri in linea d’aria nord – est della Fortificazione di Santo Niceto. La chiesa di crca m 6 x 12 è orientata e si presenta divisa in navata unica, orientata non absidata e coro da un arco a diaframma, un gradino e una balaustra in ferro battuto, quest’ultima fatta collocare dal vescovo D’Afflitto nel 1605. Entrando sulla sinistra si scorge l’acquasantiera con conca circolare e piedistallo del 1667. Il prospetto principale e d’ingresso si presenta una facciata semplice priva di decorazioni con portale d’ingresso ad arco a tutto sesto e, a sinistra, una torre campanaria a base quadrangolare. Il presbiterio, leggermente più stretto rispetto alla navata, rispecchia la forma detta in Grecia della “trullocamàra”: al centro è l’altare maggiore sul quale è collocata la bellissima statua della Vergine con Bambino.

OPERE D’ARTE PRINCIPALI
L’altare maggiore si compone di una parte inferiore corrispondente al paliotto, realizzato a intarsio marmoreo con disegni fitomorfi e zoomorfi, nel 1766, come reca l’iscrizione sopra l’altare “A. Aeternitatis 1766”. L’opera fu realizzata per volere di Bruno Focà, al quale il vescovo Damiano Polou già nel 1750 aveva dato ordine di restaurare la chiesa perché in pessime condizioni e in stato di abbandono. Su ordine del Focà l’edificio fu restaurato, come attesta l’iscrizione “AD 1755 B. Focà Procurator” che ancora oggi si legge sul piazzale antistante il piccolo luogo di culto. L’alzata dell’altare presenta una nicchia centrale con catino a conchiglia, nella quale è posta la statua, ed è fiancheggiata da due colonne, il cui fusto ha una parte alta con motivo reticolato a rosette e la restante, sino al capitello, scanalata; esse sono sormontate da una trabeazione il cui fregio è articolato nell’alternanza cherubino – festone. Il tutto è concluso da un frontone spezzato, al centro del quale è scolpita l’iscrizione “IB44” che sta ad indicare la data ancora più antica del 1644.
La statua della Madonna con il Bambino è alta mt 1,90 circa, teneva nella mano destra un pomo, oggi perduto assieme alle dita che lo reggevano. Essa poggia su uno scannello a cinque sfaccettature di cui tre sono scolpite: sul lato destro è l’immagine della Vergine Annunciata in atto di ritrarsi al cospetto dell’Arcangelo Gabriele con giglio in mano raffigurato a sinistra; al centro è la Natività di Gesù. Il Bambino, sul fianco sinistro della Madre, quasi seduto con le gambine incrociate, ha nella mano sinistra un uccellino e poggia carezzevolmente la destra sulla spalla della Madre.
La scultura, più volte indagata dagli storici dell’arte, è stata nel 2002 attribuita da Lucia Lojacono a Giambattista Mazzolo e nel 2010 datata al quarto decennio del XVI secolo da Monica De Marco, che condivide la paternità mazzoliana dell’opera.

Ubicazione: via Santa Filomena, contrada Oleandro, Motta San Giovanni (RC).

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DESCRIZIONE: a cura dei Volontari di Servizio Civile Unpli – Pro Loco del Comune di Motta San Giovanni anno 2021, Giovanna Marcianò, Anna Marrara, Chiara Vadalà, Demetrio Ambrogio.
Integrazioni a cura di Vincenza Triolo.
BIBLIOGRAFIA:
AMBROGIO Maria Assunta, Patrimonio Storico – Artistico delle Chiese di Motta San Giovanni. Storia e Valorizzazione, ISTAR EDITRICE, Reggio Calabria 2013, pp. 65 – 69.
MINUTO Domenico, Catalogo dei Monasteri e dei Luoghi di Culto tra Reggio e Locri, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1977 pp. 107-108.
FONTI ICONOGRAFICHE: ……..

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