Chiesa di San Giovanni Teologo

La chiesa di San Giovanni Teologo era inserita all’interno di un complesso monastico di tradizione greco- ortodossa, risalente al X secolo.  Nel 1457 dalla Visita Apostolica di Attanasio Calceopulo risulta che la chiesa è ben tenuta e che il monastero è frequentato dall’abate Isaia, dal monaco Nicodemo e da due novizi. Il 7 maggio 1551 Marcello Bazio detto Terracina fu inviato da papa Giulio III a compiere una seconda visita ai monasteri basiliani: nell’occasione la chiesa è descritta in pessime condizioni e si attesta che non vi erano monaci e la messa era celebrata da un prete del paese. Il vescovo Annibale D’Afflitto nel 1595 trovò il luogo di culto custodito da un suddiacono basiliano; nel 1605 degli edifici del monastero era rimasto in piedi solo il frantoio delle olive a fianco alla chiesa. La storia del monastero si conclude nella prima metà del Seicento, lasciando quale testimonianza della fervida attività del centro numerosi scritti e codici sparsi in tutto il mondo. Nel 1726 l’abate commendatario era Carlo Colonna che cedette in enfiteusi al patrizio reggino Bosurgi, fino alla terza generazione maschile, il monastero e i suoi beni.

Nel 1774 il vescovo Alberto Maria Capobianco, trovando abbandonati la chiesa e quel che restava del monastero, ne trasferì le rendite in favore del Seminario di Reggio. L’edificio, distrutto una prima volta in occasione del terremoto del 1894, fu ricostruito nello stesso anno a spese dei devoti e una seconda volta da Carlo De Blasio di Palizzi, che volle riedificare l’antica chiesa distrutta dal successivo sisma del 1908.

L’attuale costruzione ha navata unica con abside estradossata, separata e rialzata rispetto alla navata da tre gradini. La facciata, in cui sono state reimpiegate alcune pietre della vecchia chiesa, presenta in alto un frontone semicircolare in cui è incastonata una colonnina nella quale s’intravede il cosiddetto “giglio di Francia”, ripetuto all’interno di un fitto reticolato.

OPERE D’ARTE PRINCIPALI

Al suo interno, oltre alla statua di marmo di San Giovanni Teologo si trovano: una statua lignea di S. Giovanni, una campana data 1610 di cui non si conosce la provenienza; una statua lignea di S. Barbara, fatta fare, a Ortisei (BZ) dallo scultore F. Stuflesser nei primi anni del Novecento e in sacrestia uno stendardo raffigurante S. Giovanni Evangelista in tessuto di seta broccato, della fine dell’Ottocento, con le iniziali probabilmente del committente.

LA STATUA DI SAN GIOVANNI TEOLOGO

La statua di San Giovanni Evangelista, il Teologo per i greci, posta su un basamento cubico sull’altare centrale, è scolpita a tutto tondo su un unico blocco di marmo che include anche il basamento. La scultura, alta mt 1,60, poggia su uno scannello alto cm 16. Il Santo è raffigurato in posizione eretta, con la parte alta del busto bloccata, mentre quella inferiore presenta una torsione del corpo che, oltre ad arricchire il drappeggio del mantello, segna l’atto del movimento in avanti. Secondo la consueta iconografia, il Santo reca la mano destra al petto mentre regge con la sinistra il libro; ai suoi piedi giace un’aquila con ali semi-spiegate. La scultura di San Giovanni Teologo attribuita convenzionalmente a scuola gaginesca, è stata ricondotta da Alessandra Migliorato all’opera dello scultore Martino Montanini e datata tra 1547 e 1561.

Sul basamento è scolpito un importante stemma Aragonese inquartato con le insegne dei d’Angiò; nel primo e nel quarto è collocata l’arma palata d’Aragona, nel secondo e nel terzo l’arma degli Angiò – Durazzo. Questi ultimi, sovrani di Napoli prima degli Aragona, vantavano diritti sui troni d’Ungheria e di Gerusalemme, recando impressi sullo stemma, in ordine: “il fasciato di rosso e d’argento di otto pezzi” della casata ungherese, a seguire il simbolo rappresentante la casata d’Angiò “d’azzurro seminato di gigli d’oro” e, per ultimo, il simbolo di Gerusalemme, ossia “la croce contornata sui quattro bracci da quattro crocette più piccole”. La presenza di questo stemma è stata importante per le ricostruzioni storiche degli studiosi.

 

UBICAZIONE: Piazza San Giovanni, Motta San Giovanni (RC).

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DESCRIZIONE: a cura  dei Volontari di Servizio Civile Unpli – Pro Loco del Comune di Motta San Giovanni anno 2021, Giovanna Marcianò, Anna Marrara, Chiara  Vadalà, Demetrio Ambrogio.

BIBLIOGRAFIA: AMBROGIO Maria Assunta, Patrimonio Storico – Artistico delle Chiese di Motta San Giovanni. Storia e Valorizzazione, ISTAR EDITRICE, Reggio Calabria 2013, pp.73 – 85.

FOTO: M. A. Ambrogio

 

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